lunedì 22 novembre 2010

E lei, come si chiama?

Da quando ho cominciato a voler saperne di più in fatto di comunicazione, ho pensato che volevo prima di tutto imparare da altri... geniale eh?
Be', buon per me, perché ieri sono stato in mezzo ad un bel po' di persone con grandi qualità!
Ero al convegno di AICI, incentrato sulla figura professionale del consulente d'immagine.
A tratti noioso, non lo nego, mi sono dovuto sforzare di ascoltare alcuni relatori. Altri invece era un piacere ascoltarli, e comunque tutti avevano molto da dire, il contenuto c'era ed era di valore.
Non riassumo qui gli interventi, ma se volete saperne di più, cliccate pure sul link qui sopra e... chissà... dove potrebbe portarvi un viaggio nel mondo dell'image consulting?

Siccome questo blog è fondato sull'esperienza del comunicare, mi concentro su un solo episodio di un'intera giornata, e non cito chi ha dovuto scegliere se tenersi le scarpe o i piedi (vero Mara?) (ops!), o la bizzarra migrazione verso la zona pranzo (bellissima sala, tra l'altro).
Su cosa avevo detto che mi sarei concentrato? Ah sì, un episodio, un esercizio in verità, proposto nell'ultimo intervento, tenuto da una coach, Lucia Fracassi.
Un bel gioco, lo chiamava Elevator Speech; in pratica si trattava di “rompere il ghiaccio” con un'altra persona in sala presentandosi con poche parole scritte su un foglietto.
Tra l'altro, non è ironico fare questo esercizio quando la giornata sta per finire?

Io l'ho svolto più o meno così:
“Ha mai pensato che in fondo ogni momento può essere buono per conoscere una persona?
E si è mai chiesto cosa potrebbe esserci di bello in una persona che ancora non conosce?
Molto piacere, sono Stefano e sono una persona.”

Sul momento mi piaceva, ora credo che avrei fatto meglio aggiungendo: “E lei, come si chiama?”

mercoledì 17 novembre 2010

Ah sì sì, lo so! Fantastico... e quanto lo fai?

Una serata speciale si ricorda a lungo, credo che tutti l'abbiamo sentito dire più volte.
Infatti è un'ovvietà, è banale. Di fatto ogni episodio che ricordiamo è in qualche misura speciale.
Potrebbe essere quella volta che papà ci sgridò in quel preciso modo come solo lui sapeva fare...
oppure ci viene in mente il primo bacio del nostro partner...
o magari è quel lavoro svolto alla perfezione, e come ci siamo sentiti bravi per un po'...

o addirittura potrebbe essere una serata di formazione.

Dai Stefano, non dire caxxxte! Gli incontri di formazione, oltre che noiosi, sono pure inutili, lo sappiamo, siamo mica fessi!

Bene, ora che abbiamo sentito l'obiezione dei fessi, dedichiamoci ad una riflessione più interessante.

Una serata di formazione condotta da Roberto Re, come quella tenuta ieri a Verona, difficile dimenticarla.
Ora, chi non c'era ha perso un'occasione per capire cosa significa comunicare così efficacemente da tenere per 3 ore una platea di oltre 400 persone attenta ad imparare e allo stesso tempo piegata dal ridere.
Per me non era la prima volta, sapevo cosa aspettarmi, immaginavo già le domande che Roberto avrebbe fatto... cosa avrebbe detto... be' insomma... non proprio!
Infatti Roberto ti sorprende, ti spiazza, ogni volta. Tu pensi che questa sia la volta buona, che ormai queste cose le sai, che non ti prenderà in castagna. E mentre lui parla, tu ti senti figo, perchè sei d'accordo e pensi cose tipo “Ah sì, questa la so” o “Vero, l'ho fatto, è una figata”, finchè arriva il momento in cui... “Porcacc******** mi hai beccato! Ho sempre fatto il contrario!” e ti rendi conto di quanto puoi ancora migliorare. E ci ridi su mentre ti dici che d'ora in poi...

poi anche una serata speciale termina e ognuno ritorna a casa, sicuro di aver capito qualcosa.
Adesso ho capito.”
Finalmente so come funziona.”
Ecco cos'era che mi impediva di fare quella roba là”
Eh sì, ha ragione, però nel mio caso...”

Forse è proprio questo il punto critico: ora che ognuno sa, chi farà?
Quanti faranno? E quanto faranno?
Vorrei davvero saperlo, per poter ammirare la bellezza che ogni essere umano sa creare, ma qualcosa mi dice che è un'utopia.
E che ne ho io stesso delle belle da fare.

E sapete una cosa? Anche se in passato abbiamo collezionato fesserie, il miglior pregio del passato è che è finito, mentre ognuno ha il proprio futuro in cui sperimentare. A partire da adesso.

mercoledì 10 novembre 2010

Davvero tutto inizia con una domanda?

Io non lo so se proprio tutto inizia con una domanda.
Quello che so è che se ieri ho patecipato ad una singolare conferenza/aperitivo, lo devo ad una domanda, che poi era nient'altro che questa: "Ci posso imparare qualcosa?".
Bene, alla fine della serata, le domande che mi rimbalzavano in testa erano due...
Una ha trovato subito risposta: "Che ci faccio con 6 bottiglie d'acqua in mano???" "Te le porti a casa."
L'altra no.

Facciamo un passo indietro. Ho il sospetto che almeno una risposta si possa trovare.
Dunque, il tema della serata non è ciò che mi ha colpito di più. Sono altre le cose che ho notato.
Quali? Ma naturalmente quelle che hanno suscitato la seconda domanda.

Andando con ordine: prima dell'inizio, parlando con un ragazzo che si occupa di comunicazione web, noto che a più riprese lamenta che le aziende "dovrebbero" imparare a comunicare meglio. E intanto parla con un tono monocorde e concitato, più che un dialogo sembra uno sfogo. Presto perdo interesse per le sue parole e sposto l'attenzione sul linguaggio del corpo. Sorpresa! Sta facendo tutto il possibile per imitarmi! Mi ricalca!
Professionista della comunicazione? Pazienza e andiamo avanti.


Finalmente comincia a parlare il relatore.
E fa il festival del segnale di scarico di tensione. 5 minuti dopo, chissà perchè, la mia sedia è la più scomoda dell'universo!
Ascoltarlo è difficile, ma possibile, quindi gli dedico la massima attenzione. Fra le tante noto una frase, più o meno così: "Se solo le aziende capissero l'importanza di una buona comunicazione! Ma..."

La conferenza si conclude al momento giusto, cioè proprio un attimo prima che la voglia di aperitivo spinga i partecipanti ad abbandonare il relatore a se stesso. Giunge il momento di socializzare.
E qui imbrocco una cxxxxta da cui imparare. Mentre una persona mi sta parlando, gentilmente la interrompo per andare a riempirmi il bicchiere. Torno ed è sparita, ovviamente.
Stefano, prometti di migliorare le tue capacità di ascolto, d'accordo?

Ora, mentre torno nella mischia, un altro ragazzo si lamenta perchè non capisce come mai non trova partner per il suo progetto, non riesce a coinvolgere altre persone, non riesce a farne capire i vantaggi.
Più ne parla, più si agita. Ci tiene, è evidente e poi si occupa di comunicazione, insomma... ne sa.
Buona fortuna.
Ormai la seconda domanda rimbomba forte in quella spaziosa caverna che ho per cranio, ma non è tutto.
Un altro ha da lamentarsi, non sa come fare a gestire un certo dipendente. Non riesce a capire come motivarlo a lavorare. In sostanza, non riesce a comunicare con questa persona. E lavora nel campo della comunicazione.

Ora la seconda domanda è più chiara che mai: "Che comunicatori sono questi professionisti?".
Finalmente ne sono sicuro, almeno una risposta a questa domanda c'è. 

Fine del primo, lungo, lunghissimo post. Originato da una domanda.
Ciao!
Stefano

Ogni viaggio ha un punto di partenza

Ciao, benvenuti!

Questo è un altro blog. Questo è un normale blog. Questo è il solito blog.
Per ora.

Sì, esatto, per ora. Perchè se per viaggiare è ovviamente necessario partire, il punto di partenza di questo blog è la sua insulsa normalità. Solo attraverso il viaggio, un viaggio che sta per iniziare, questo blog potrà cambiare, potrà migliorare.
E allora, come vogliamo questo viaggio?

Molto semplicemente, siccome sono uno degli innumerevoli professionisti che si occupano di comunicazione, mi piace che questo blog sia il resoconto del mio viaggio nel comunicare. Unico tra gli innumerevoli.

Qualcuno potrebbe subito pensare "E chi se ne frega?"; nessun problema, la Rete è così immensa che non avrà difficoltà a trovare qualche pagina di suo interesse.
Qualcun altro magari pensa che, unico o no, proprio non se ne sentiva il bisogno. Ha perfettamente ragione.
Qualcun altro ancora forse si chiede perchè ho scelto di creare l'ennesimo blog.
Ecco, la risposta a quest'ultimo è la più semplice che esista: per passione.
Come lavoro nel campo della comunicazione per passione, così la passione del comunicare mi accompagna sempre. E mi piace condividerla. Punto.

Benvenuti quindi nel mio blog, dove condividerò esperienze e riflessioni sul comunicare.
Stefano