Da quando ho cominciato a voler saperne di più in fatto di comunicazione, ho pensato che volevo prima di tutto imparare da altri... geniale eh?
Be', buon per me, perché ieri sono stato in mezzo ad un bel po' di persone con grandi qualità!
Ero al convegno di AICI, incentrato sulla figura professionale del consulente d'immagine.
A tratti noioso, non lo nego, mi sono dovuto sforzare di ascoltare alcuni relatori. Altri invece era un piacere ascoltarli, e comunque tutti avevano molto da dire, il contenuto c'era ed era di valore.
Non riassumo qui gli interventi, ma se volete saperne di più, cliccate pure sul link qui sopra e... chissà... dove potrebbe portarvi un viaggio nel mondo dell'image consulting?
Siccome questo blog è fondato sull'esperienza del comunicare, mi concentro su un solo episodio di un'intera giornata, e non cito chi ha dovuto scegliere se tenersi le scarpe o i piedi (vero Mara?) (ops!), o la bizzarra migrazione verso la zona pranzo (bellissima sala, tra l'altro).
Su cosa avevo detto che mi sarei concentrato? Ah sì, un episodio, un esercizio in verità, proposto nell'ultimo intervento, tenuto da una coach, Lucia Fracassi.
Un bel gioco, lo chiamava Elevator Speech; in pratica si trattava di “rompere il ghiaccio” con un'altra persona in sala presentandosi con poche parole scritte su un foglietto.
Tra l'altro, non è ironico fare questo esercizio quando la giornata sta per finire?
Io l'ho svolto più o meno così:
“Ha mai pensato che in fondo ogni momento può essere buono per conoscere una persona?
E si è mai chiesto cosa potrebbe esserci di bello in una persona che ancora non conosce?
Molto piacere, sono Stefano e sono una persona.”
Sul momento mi piaceva, ora credo che avrei fatto meglio aggiungendo: “E lei, come si chiama?”